Gli alimenti scaduti con una data di scadenza ("da consumarsi entro") non possono più essere venduti o immessi sul mercato in Italia a partire dal giorno successivo. Ciò è chiaramente regolamentato da un decreto legislativo. In particolare, si tratta di alimenti classificati come facilmente deperibili (ad esempio, pesce fresco, carne macinata, latte fresco pastorizzato, ecc.). Infatti, il consumo di tali prodotti, una volta passata la data di scadenza, può essere dannoso per la salute.
Per quanto riguarda gli alimenti scaduti con un termine minimo di conservazione (TMC - "da consumarsi preferibilmente entro"), la situazione giuridica è meno esplicita. Secondo una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2003, quest'ultimi possono essere legalmente posti in commercio nell'UE se sono ancora in perfette condizioni; tuttavia, spetta ai singoli Stati membri disciplinare gli alimenti con TMC. In Grecia, nel 2013 è stata consentita la vendita di alimenti scaduti con TMC a metà prezzo a determinate condizioni. I prodotti con TMC sono generalmente commestibili anche dopo la data indicata, a condizione che siano stati conservati correttamente, e in molti casi anche mesi dopo tale data.
In Italia, invece, gli alimenti con un termine minimo di conservazione non sono esplicitamente disciplinati dalla legge. La Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che la commercializzazione di alimenti scaduti, sia con data di scadenza che con TMC, non rappresenta un reato penale, ma un illecito amministrativo, da sanzionare con una sanzione amministrativa. Tuttavia, se viene dimostrato che gli alimenti venduti sono deteriorati e/o rappresentano un rischio per la salute, si tratta di un reato sanzionabile ai sensi del Codice Penale.
I cibi con TCM scaduto, ma ancora integri e commestibili, possono essere donati ad organizzazioni caritative in Italia, secondo una legge del 2016.
Se un consumatore ha acquistato un prodotto alterato prima del tempo, non ancora scaduto, ha diritto alla sostituzione del prodotto o al rimborso del prezzo di acquisto da parte del rivenditore, dietro presentazione del relativo scontrino. Il reclamo può essere fatto valere direttamente in negozio o per iscritto utilizzando una lettera tipo (disponibile nell'area download).