Dipende ovviamente dal tipo di documento e dal rispettivo termine di prescrizione. La prescrizione comporta che un diritto (in genere un credito) non possa più essere fatto valere per decorso dei termini. Il termine di prescrizione può variare a seconda del tipo di credito vantato. Il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni, secondo quanto previsto dal Codice Civile, e vale per tutte le tipologie di credito per le quali non sia previsto un termine di prescrizione più breve (eccezioni).
I documenti devono essere quindi conservati almeno fino alla fine del periodo di prescrizione del credito o dell‘obbligazione. Senza i documenti originali non è possibile, ad esempio, fornire la prova del pagamento già effettuato, nel caso pervengano nuovi solleciti di pagamento.

Alcuni esempi:

  • Bollo auto (ricevuta di pagamento): 3 anni dalla data di scadenza, minimo consigliato 5 anni
  • Canone TV (bollette dell'elettricità): 10 anni
  • Ricevute di acquisto: 26 mesi (valgono anche per i diritti di garanzia)
  • Spese condominiali (buoni di pagamento): 5 anni, 10 per le spese straordinarie
  • Estratti conto bancari: 10 anni
  • Pagamenti rateali: 5 anni
  • Fatture di artigiani: consigliati almeno i 10 anni
  • Documenti della dichiarazione dei redditi: 5 anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. In caso di agevolazioni fiscali per interventi di ristrutturazione e risparmio energetico o bonus mobili: 15 anni.
  • Bollette telefoniche di rete fissa e di telefonia mobile: consigliati 10 anni.
  • Bollette dell'elettricità e del gas: consigliati 10 anni.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del CTCU.